Veronica e Fabio più forti della superstizione

La determinazione contro ogni scaramanzia: 11 settembre 2020, anniversario del tragico attentato alle Torri Gemelle, anno bisestile, la pandemia del virus SARS-CoV2. Eppure Fabio Peraino e Veronica Cardella, poco più che trentenni, dopo 15 anni di fidanzamento, con all’attivo una solida convivenza e un figlio, hanno scelto proprio l’11 settembre come data per il loro Sì.

Fabio conduce l’attività dellasua famiglia, ed è attivo nel modo delle corse automobilistiche, dalle quali ha preso spunto il mood delle nozze.

Veronica, laurea in scienze politiche e delle relazioni internazionali, è assistente di un consulente energetico, e mamma di Mattia.

Veronica e Fabio hanno celebrato il loro matrimonio presso il Santuario dell’Annunziata, mentre il ricevimento di nozze s’è tenuto presso Kaleidos Ristouliveto .

Come vi siete conosciuti?
Io e la sorella di Fabio eravamo compagne alle medie. Il suo flirt con una amica non è andato a buon fine e dunque mi sono fatta avanti. Io 15enne con ancora orari di rientro a casa e lui appena 18enne.

Chi dei due ha fatto il primo passo?
Io, contro ogni consuetudine. All’inizio è stata dura, ma una volta affrontati tutti gli step dell’adolescenza (con alti e bassi), dell’università fuori sede, e della naturale sopraggiunta maturità, non ci siamo più allontanati ed è stato come scegliersi e ritrovarsi ogni giorno. Uniti anche nei momenti bui, l’uno accanto all’altra, rispettando i dolori, le ansie e le preoccupazioni reciproche, senza tante domande ma con la semplice solida presenza e il più naturale appoggio.

Raccontaci della Proposta di Matrimonio…
Sono rimasta “incastrata” da una mia stessa idea. Ho organizzato alla mia migliore amica, di cui ero testimone, il lancio del bouquet con i nastri: tanti nastri allacciati insieme ma solo uno veramente legato. Ogni ragazza al lancio ha tirato il suo nastro. Il mio era, per nulla casualmente, quello legato al bouquet. Ovviamente è stata la mia amica a darmi il nastro giusto.

Descrivi la scelta dell’abito…
Di una cosa ero certa: volevo un abito che rispecchiasse la mia maturità, il mio essere donna e mamma. Un po’ meno dolce e romantico e tendente ad un abito da sera bianco. Così ho deciso di “affidarmi” alla competenza e professionalità di Cristina Spada.
Se sono riuscita nell’intento non saprei, ma è stato il primo che ho provato. L’ho amato in ogni istante.

Un matrimonio post lockdown… come hai vissuto la fase dei preparativi e poi anche la stessa giornata considerando il distanziamento…
A luglio abbiamo deciso di confermare la data e tutti i fornitori scelti ci hanno suggerito le soluzioni più adatte. Solo l’organizzazione dei tavoli ha richiesto più attenzione. Fortunatamente ci è capitata una fase di relativa calma dell’epidemia ma, soprattutto siamo stati davvero molto responsabili e attenti. Forse questo ha reso l’evento più sereno e ha fatto sì che tutti si godessero l’occasione, piccola fonte di divertimento e spensieratezza nonostante il periodo critico. Abbiamo dovuto ridurre un po’ il numero degli invitati, ma credo non sia stato un male: non ci sono state persone che non si sentivano a loro agio. Siamo famiglie numerose quindi, effettivamente, eravamo tutti congiunti.

Il giorno delle nozze cosa ti ha emozionato di più?
Non siamo tipi che si emozionano facilmente. In 15 anni insieme abbiamo avuto tante vicissitudini, soprattutto eventi spiacevoli, quindi abbiamo vissuto con naturalezza e serenità la giornata. In un periodo come l’attuale, arrivare al giorno tanto atteso ci ha fatto provare un senso di libertà.
Personalmente ho avuto un attimo di commozione quando ho visto il nostro piccolo Mattia vestito per l’occasione, tutto sorridente (si è preparato con il papà e poi ha raggiunto me a casa dei miei). Particolare anche il picchetto alternativo, con caschi e rose, all’uscita della chiesa. Anche i nostri amici amano le corse. Mi ha reso molto felice il vedere tutti molto coinvolti e sereni.

Hai pensato di rinviare le nozze?
Avevamo una data di riserva, ma dentro di me sapevo che non sarebbe cambiata.

A volte penso che sia stata la data a scegliere noi: il primissimo contatto con il fotografo Piero Lazzari  (l’unica scelta certa quando si chiacchierava di un ipotetico futuro matrimonio), ha portato al mese che io e Fabio immaginavamo (sia per il clima, sia perché a settembre sono convolati a nozze i genitori di entrambi) e al nostro numero.

Qualche timore l’ho avuto per l’incertezza che ogni nuova disposizione governativa generava. Sostanzialmente ogni fornitore ha dovuto attendere le proprie specifiche prescrizioni in base ai DPCM.

Ho cercato di curare tutto io stessa con l’aiuto di Fabio, dalle partecipazioni, alle bomboniere, ai coni riso/confetti. Avevamo in pratica quasi tutto pronto già a febbraio.

Mi ha fatto immensamente piacere che tutto si sia svolto nel migliore dei modi, ma il periodo ci ha fatto comprendere, o per meglio dire, ha reso ancora più evidente ciò che veramente conta: chi sceglie il rito concordatario deve essere consapevole di ciò che fa. Unirsi davanti agli occhi di Cristo è una bella responsabilità e ricevere la sua benedizione e la sua protezione è un dono.