San Valentino, 14 febbraio, festa degli innamorati. Tra le tante date celebrative travolte dall’onda consumistica di regali, fiori, cartoline d’amore, cene a lume di candela, è probabilmente una tra le più “autentiche”. Almeno quanto quelle di Babbo Natale o dei coniglietti di Pasqua, tradizioni anch’esse legate, in occidente, alla complessa transizione antropologica tra paganesimo e cristianesimo dei primi secoli. Dunque anche le “valentine” e la celebrazione dell’amore affondano le loro radici nei secoli passati.
San Valentino sulla labbra di Ofelia
Perfino il grande bardo William Shakespeare ne celebra l’importanza nell’Amleto. Ofelia durante la scena della sua follia declama: “Domani è San Valentino e, appena sul far del giorno, io che son fanciulla busserò alla tua finestra, voglio essere la tua Valentina“. E siamo, secondo la datazione classica dell’opera shakespiriana nel 1601.
In realtà la tradizione di San Valentino ed il suo collegamento con gli innamorati e con l’amore, è ancora più antica. Per tornare alla antropologia: la festa di San Valentino altro non sarebbe che la “traduzione” cristiana dei Lupercalia latini, feste che diedero origine anche al Carnevale. Non a caso il 14 febbraio cade a ridosso delle giornate di carnevale.
Amore carnale vs amore romantico
Simbologicamente i Lupercalia rappresentavano la celebrazione della rinascita, della sessualità, della fertilità. All’amore carico della forza primigenia della sessualità, papa Gelasio I nel 496 oppose l’amore romantico della festività di San Valentino, Vescovo di Terni, santo e martire cui è legata la leggenda secondo la quale avrebbe donato a una fanciulla povera la dote per le sue nozze; consentendole in tal modo di coronare il suo sogno d’amore. Da qui la tradizione occidentale di San Valentino quale protettore degli innamorati.
Valentina in cartolina
La tradizione “moderna” delle “valentine”, le cartoline dono tra innamorati, ha invece una origine più prosaica. Nasce negli Stati Uniti nei primi anni del diciannovesimo secolo con la stampa industriale delle cartoline di San Valentino, in pratica quasi contemporaneamente alla diffusione della immagine classica di Babbo Natale – Santa Claus. Origine ed evoluzione quasi simile, ma mentre l’amore dello spirito natalizio è pervasivo e si auspica comune a tutti, l’amore celebrato a San Valentino è quello esclusivo e bidirezionale tra due persone che si scelgono e si amano e, magari, si giurano anche fedeltà eterna.
Questa è, almeno, l’immagine edulcorata della classica coppia che celebra San Valentino. Che poi la realtà possa essere del tutto diversa ha poca importanza, ma l’immagine, l’idea, come una figura retorica, è quella che colpisce. Una sorta di traguardo cui tutti tendiamo con dentro al cuore la speranza che la purezza dell’amore non venga mai banalizzata dalla quotidianità.
Valentino tra brace e fuoco
San Valentino è la celebrazione dell’amore puro ed eterno, anche dovesse durare pochi anni, pochi mesi, pochi giorni, attimi, è così che ci piace immaginarlo. Un attimo di pazzia, o forse di saggezza, cristallizzato nel tempo, come le parole della folle Ofelia che nel giorno di San Valentino aspira ad essere la “valentina” del suo Amleto.
Abbiamo imparato dalla psicologia che l’amore si coltiva nel tempo e si custodisce e protegge come la brace, mentre l’innamoramento è la fase che amplifica tutti i nostri i sensi e ci fa ardere come il fuoco vivo.
San Valentino è il giorno in cui amore e innamoramento si riconoscano come la stessa cosa, capaci entrambi del calore dei sentimenti. Buon San Valentino a tutte e tutti.