Nemo ad impossibilia tenetur
Avevo appena compiuto 22 anni quando assistetti al mio matrimonio. Il fatto che non mi fossi affannata nella ricerca dell’abito perfetto, che non avessi stilato una lista nozze, che non avessi programmato una luna di miele, che non abbia voluto un fotografo né un complessino musicale, lascia ben intendere con quale e quanta maturità, gioia e trepidante eccitazione io abbia partecipato all’evento.
Non è così che si fa, l’atmosfera pre-, peri-, e post- nuziale dovrebbe essere decisamente diversa e, per la verità, è quello che accade a tutte le altre spose, ai loro sposi ed ai familiari: si eccitano.
L’aver fissato una data è eccitante: la mente comincia ad elaborare proiezioni fantastiche,
effetti speciali, entrate ad effetto, uscite in dissolvenza, scenari magici, magnifici, immaginifici!
E si strafà, finisce che qualche coppia di sposi eccede, qualche suocera va in visibilio e qualche altra attummulìa mortificata. I padri della sposa per vincere la commozione ne inventano di leggendarie.
Ci fu uno che voleva che all’uscita dalla chiesa, sua figlia e suo genero venissero seppelliti, oltre che dai lanci di riso, da 1.000.000, dico un milione, di volantini che riportavano i nomi della giovane coppia. Non si è potuto appurare se voleva far fuori entrambi o solo il genero, comunque per fare sta cosa noleggiò uno di sti aerei delta-motore piccolissimi che si vedono nei film mentre si trascinano nastri con dichiarazioni d’amore improbabili.
Come fù, come non fù, non si capirono con la torre di controllo e l’aeroplanino sorvolò il sagrato quando gli sposi, già saliti in macchina, si avviavano col fotografo: non ci rimasero un milione di volantini in stiva?!!
Sposi che volevano sorprendere parenti e amici arrivando in sala in elicottero, dopo aver sorvolato allegramente il grande giardino per farsi notare, si abbassavano lentamente sul prato a eliche rotanti spazzando via cappelli e velette, toupè, sciarpe e fusciacche e sollevando pure qualche eterea gonnellina!
Operatori del catering, fioristi sacerdoti e wedding planners ne sentono di tutti i colori: qualcuno ha anche chiesto se fosse possibile spostare una delle colonne in chiesa, un cameriere aveva il solo compito d’impedire che gli ospiti baciassero la sposa riluttante ai contatti, dei sommozzatori piazzarono il tavolo degli sposi in centro piscina.
Due sono i punti su cui, tutti coloro che ho interpellato per soddisfare la mia curiosità, sono convenuti innanzitutto: di giorno in giorno le cose cambiano e tutto quello che sembrava irrealizzabile ieri, oggi è già ordinaria amministrazione.
Dal volo delle colombe si è passati al volo delle farfalle, presto vedremo stormi di fenicotteri librarsi seguiti da sposini in muta sul Kite surf e bono finisce fino a quando non vorranno far volare gli sciami di vespe.
Il secondo punto lo hanno trattato tutti gli intervistati con un certo rammarico, pur essendo d’accordo che a richiesta stravagante corrisponde adeguato compenso; quello che è emerso, infatti è che tutta questa affannosa ricerca dell’eccezionale allontana l’interesse dall’atto d’amore in sé, sparando i riflettori su quei pochi minuti di sceneggiata, quando invece un vero professionista riuscirebbe comunque a sbalordire gli sposi ed i loro parenti con la sobrietà e la genuinità delle proprie arti.