C’è profumo di Sicilia nell’aria! La nostra bellissima terra ricca di arte, cultura e tradizioni popolari offre parecchi spunti per dare alle coppie prossime alle nozze l’ispirazione giusta per organizzare un matrimonio a tema: Made in Sicily.
Seguire le tradizioni oppure no?
Prima decisione da prendere: seguire le autentiche usanze relative al giorno dello sposalizio, oppure ispirarsi solo orientativamente alle nozze per come si celebravano in Sicilia?
Volendo essere rigorosamente legati alla tradizione, la sposa dovrebbe rinunciare all’abito bianco. Basta andare a leggere qualche libro sulla storia del costume per scoprire che l’abito bianco venne introdotto in Sicilia solo nei primissimi anni del ’900.
Il vestito della sposa, fino alla fine dell’800, spesso era una semplice veste dai colori tenui, azzurro, crema, solo talvolta associato ad un corpetto bianco e ad uno scialle ricamato in pizzo color ecrù.
Per l‘uomo il classico abito di fustagno dai marroni cupi, o grigio tendenti al nero; qualche nota di colore solo nei gilet, per chi se li poteva permettere.
Per un matrimonio “made in Sicily” ci limitiamo a dare qualche suggerimento che trae ispirazione dal passato ma proposto in chiave moderna.
Le partecipazioni di nozze
Non esiste una vera e propria “regola siciliana” per comunicare le nozze ad amici e parenti attraverso le consuete partecipazioni di nozze. C’è però la possibilità di prendere spunto per il tratto grafico e per l’impostazione dei colori dalla iconografia sicula, ricca di storia, stratificazioni, influenze. Si pensi ad esempio ai colori e alle forme tipiche dei disegni delle ceramiche e delle maioliche, oppure ai tratti, ai disegni dei carretti siciliani, o ancora alle ormai diffusissime teste dei moro (“raste” nel dialetto siciliano). Poi ci sono i colori della natura, il giallo dei limoni, l’arancio degli agrumi, l’azzurro del mare. Potremmo continuare all’infinito, ma lasciamo che sia la vostra fantasia e il vostro legame intimo con l’isola a darvi lo spunto.
Gli abiti degli sposi
L’abito della sposa: concediamo il bianco, dovrebbe essere semplice, classico-romantico in pizzo con velo o mantiglia, orecchini di perle o di corallo.
Lo sposo dovrà essere bravo a trovare l’abito che conceda un po’ di gusto retrò alle linee ed ai tessuti.
Il corteo nuziale
L’uomo che attende la sposa all’altare non è tradizione della nostra terra.
Si usava, invece, nei paesini della Sicilia contadina che lo sposo, seguito dai parenti si recava a prendere la sposa presso la sua abitazione e poi tutto il corteo seguiva la coppia fino alla chiesa.
Il corteo aveva un ordine di rigorosa graduazione del legame parentale. Oggi, scegliendo luogo e chiesa adatta, si può organizzare questa simpatica parata da vivere con goliardia.
Per lasciare la chiesa, se proprio non volete azzardare con il classico carretto siciliano coloratissimo, almeno il calesse ma rigorosamente dotato di “zotta”.
Dove e come festeggiare?
La location: un antico baglio o, al massimo, la corte o il salone di un antico palazzo nobiliare: tertium non datur.
Fiori d’arancio, zagara, gelsomini sia per gli addobbi e sia per il bouquet.
Per i centritavola al ricevimento con l’aiuto di un bravo flower designer, oltre al tema dei limoni e agrumi siciliani, si può esagerare e valutare l’uso della “pala di fico d’india”.
Per il tableau de mariage: ogni tavolo un nome di un siciliano illustre e per ciascuno un cartiglio con un pensiero, una poesia, che richiami l’isola o un tema declinato da autori siciliani. Storia e letteratura sono talmente ricchi che non ci soffermiamo a dare indicazioni.
Vasta scelta per la musica ma, non volendo trasformare le nozze in un festival del folk, suggeriamo di puntare sul ballo di gruppo che non mancava in nessun matrimonio, plebeo o nobile che fosse: la contradanza.
La confettata diventa tradizione
In passato con confetti e spumante si festeggiavano le nozze. Nulla di più. Oggi è ormai consuetudine diffusa in tutto il Paese, entrata a pieno titolo nel costume siciliano, la “confettata”. Un tavolo riccamente addobbato di alzate, vassoi, ciotole di vetro, pieni di confetti di ogni gusto. Non solo la classica mandorla o il più “moderno” cioccolato, ma anche gusti di frutta e creme: cocco, vaniglia, caffé, pistacchio, miele, fragola, liquore. Per i più piccini, ma anche per i più golosi, ai confetti vengono spesso affiancate caramelle gommose o piccoli dolcetti, come i macarons e i marshmallow.
Il cibo tipico siciliano
Per il menu c’è l’imbarazzo della scelta tra i piatti della tradizione.
Si può ribaltare concettualmente l’uso delle verdure e degli ortaggi e servirli come antipasti insieme alla classica caponata, anziché come contorni, magari sotto forma di frittatine o in pastella. Da non sottovalutare lo spunto che possono dare i “cibi da strada” siciliani che possono arricchire l’area degli antipasti con corner dedicati: “caccavetta e simenza” (arachidi tostate e semi di zucca), panelle, “crocché”, arancine sono quelli più diffusi, ma si può spaziare nell’ampia offerta della tradizione siciliana dei cibi legati alla terra e alla pastorizia: ricotta calda, formaggi, pomodori secchi, olive. E poi le conserve salate, di mare e di terra.
Per i primi ci si può orientare su un classico come la pasta con le sarde e sui secondi farci dominare da agnello, vitellino e maiale. Dolci: si va dal classico cannolo alla tradizionale “cassata” con l’aggiunta delle molteplici declinazioni della pasticceria locale, compresi i dolci di “riposto”. Non possono mancare le granite e la “scursunera”.
Regali per gli ospiti
Per le bomboniere: piantine aromatiche come il timo, la salvia, il rosmarino oppure sacchetti di juta con dentro il nostro sale.
E poi le ceramiche ericine, o semplicemente il “centrino” ricamato a mano con decori tipicamente siciliani.