La Cattedrale di San Lorenzo. Storia, arte, luce e tufi.
Una delle chiese preferite dalle coppie di sposi trapanesi per vivere la magia di questo sogno e celebrare le nozze è la Cattedrale di San Lorenzo, chiesa Madre della diocesi di Trapani, nel centro storico della città, in corso Vittorio Emanuele. Un vero e proprio gioiello per la città, un pezzo di cuore che palpita più vivo che mai, grazie anche al calore dei materiali lapidei utilizzati per realizzarne la facciata e le mura esterne.
È uno dei momenti più emozionanti: l’ingresso della sposa in chiesa. Immagine simbolica, carica di significati. Ogni passo che porta all’altare è un lasciarsi alle spalle la vita passata per rinascere ad un presente e un futuro di coppia. Momento atteso dagli invitati e, soprattutto per lo sposo, che trepidante aspetta all’altare quella che sarà la compagna della vita. Fa parte della tradizione e della cultura di ciascuno la scelta della chiesa, come cornice di questo momento così importante.
Una luce particolare
La facciata della cattedrale è caratterizzata cromaticamente dall’uso degli antichi tufi di Favignana (ormai introvabili) con toni ocra e oro che la particolarissima luce che irradia la città declina in maniera sempre diversa, sottraendo le architetture della chiesa ai giochi di chiaro scuro, di pieni e di vuoti, che caratterizzano il barocco. Scenografia e luci ideali per un fotografo, soprattutto in alcune ore del giorno e in alcuni periodi dell’anno. Lo scarso spazio davanti la chiesa che si apre sul corso principale, senza un ampio sagrato, però, richiede perizia ed esperienza nell’uso degli obiettivi e delle macchine fotografiche per non sacrificare la prospettiva.
Un po’ di storia
L’odierno aspetto architettonico tardo barocco, ma più vicino al barocco siciliano, lo si deve ai massicci interventi dell’architetto Giovanni Biagio Amico che nel 1740 terminò i lavori realizzando la cupola, le cupoline, il prospetto con balaustre, il portico tripartito con campanili e le cappelle laterali.
A quella stessa epoca risalgono la cantoria e il coro, l’altare maggiore e la tribuna, le statue e gli angeli di ornamento, al centro dell’abside il nome di Dio in ebraico, l’organo, il fonte battesimale, i confessionali, il pulpito, i dipinti sugli episodi dei Vangeli.
La storia della Cattedrale di San Lorenzo, però affonda le sue radici nell’epoca normanna, quando a Trapani, nel quartiere “Palazzo”, intorno al 1100 era forte la presenza dei Genovesi e del consolato della repubblica marinara. Probabilmente la chiesa, forse poco più di una cappella era intitolata al santo protettore di Genova: San Giorgio.
È in epoca aragonese, quasi due secoli dopo, che Giacomo II di Aragona dispose la suddivisione del quartiere in due rioni: di «San Francesco» e di «San Lorenzo» per via della presenza dei rispettivi luoghi di culto in essi edificati.
Nel 1600 la diocesi di Mazara del Vallo (da cui all’epoca ancora dipendevano le chiese trapanesi) autorizzò un primo restauro dell’edificio, ma come detto l’aspetto maestoso dell’edificio risale al 1740, per mano dell’architetto Giovanni Biagio Amico.
Papa Gregorio XVI, nella prima metà dell’800 elevò il tempio a sede vescovile e cattedrale.
La struttura architettonica
Sia la parte inferiore del pronao composto da tre campate, sia quella superiore che ha un andamento curvilineo, risultano particolarmente luminose. Elemento di modernità nella facciata è la cancellata che chiude il pronao, realizzata in bronzo e ferro da Ennio Tesei tra la fine degli anni ‘80 e i primi anni ‘90.
L’interno è a croce latina, a tre navate separate da sei colonne tuscaniche per lato. Le volte a botte della navata centrale lasciano spazio alle volte a crociera delle navate laterali, su cui si aprono le cappelle laterali.
Nel transetto ci sono due altari neoclassici con decorazioni in marmo, in cui possiamo ammirare la pala del Martirio di San Lorenzo e la pala Lapidazione di Santo Stefano.
La crociera è coperta dalla cupola dalla quale filtra una luce particolare.
Anche l’interno, come l’esterno, presenta degli elementi di moderna architettura sacra, in cui linee e materiali, in particolare l’uso della pietra misca, ben si sposano con gli ambienti tipicamente settecenteschi.
Nel 1995, infatti, Umberto Benini Craparotta con la collaborazione di maestranze trapanesi realizzò un altare cubico sormontato dal ciborio, la cattedra sotto l’arco trionfale e il complesso dell’ambone.
Contemporanei sono anche gli organi. L’organo a canne principale risale al 1967, nel braccio sinistro del transetto si trova un secondo organo a canne del 2008 che è quello usato per le cerimonie e i matrimoni.
Le opere d’arte
Le due navate e i due transetti sono delle vere e proprie gallerie d’arte, come accade in moltissime chiese, con opera antecedenti ai restauri settecenteschi.
Il quadro più importante conservato nella Cattedrale di San Lorenzo è una “Crocifissione”, un olio su tela di Antoon van Dyck del 1640, posto sopra l’altare della Cappella del Crocifisso. L’opera fu commissionata al pittore fiammingo dopo il suo soggiorno siciliano.
Fiammingo è anche Hyeronimus Gerards, autore della “Adorazione dei Pastori”, olio su tela del 1631 custodito nella cappella della natività, che ospita anche una statua marmorea di scuola gaginesca raffigurante San Lorenzo Martire degli inizi del XVI secolo.
Un altro quadro di un certo rilievo artistico è quello della cappella di San Giorgio; sull’altare è collocato il dipinto “San Giorgio e il drago”, olio su tela di Andrea Carreca del 1639.
In questa cappella lo stemma della Repubblica marinara di Genova e la Croce ricordano le origini della chiesa primitiva del 1100. Infine nella Cappella di Santo Stefano Protomartire, sull’altare è presente l’affresco del XVIII secolo raffigurante, appunto, il Martirio di Santo Stefano, opera di Domenico La Bruna.
Carreca e La Bruna, artisti trapanesi, operarono molto e a lungo in tutta la provincia di Trapani e a Palermo.