Viviamo un’era eccentrica e globale, in cui gli sbandi culturali incalzano velocissimi. Lo sguardo al passato diventa allora un’ancora sicura, solida, entro cui ci si può sentire a proprio agio. In tal senso, il vintage, con la sua ricercatezza preziosa e retrò, è un’ottima alternativa alla modernità.
Nella stagione “bridal 2019” molti stilisti propongono lo stile vintage, con una miriade di varianti, ma sempre strizzando l’occhio alla contemporaneità. Vintage non vuol dire “vecchio” o “vissuto”, ma rimanda innanzitutto al buono e al durevole. Etimologicamente proviene dal francese “vendege”, ossia “vendemmia”, quindi per traslato “ottimo vino d’annata”.
L’idea di indossare cose vissute iniziò negli anni Settanta, ma venne compreso solo negli anni Novanta, quando icone come Kate Moss, Sharon Stone, Linda Evangelista, iniziarono ad indossare capi comprati nei mercatini e spesso sfoggiati in eventi pubblici abbinati a gioielli da milioni di dollari.
Il fascino retrò negli abiti da sposa deve richiamare i preziosi tesori che la nonna conservava nei bauli, ricchi di stoffe antiche e inestimabili. Pizzi e merletti di alta sartoria venivano ricamati e decorati a mano, per giorni di intenso lavoro. Anche oggi molte maison di moda optano per queste ricercatezze. Il tombolo veneziano, il macramè di Chiavari, il pizzo Sangallo e Chantilly, il punto a croce, il pizzo Cantù, abbinati a tessuti come il broccato, il voile di seta, l’organza, il crêpe georgette, il mikado, il taffetà di seta, creano trame e disegni difficilmente replicabili e, quindi, abiti unici e intramontabili.
Una sposa vintage non deve quindi essere “antica”, ma “sapere d’antico”, in senso – direbbe Winckelmann – «umile e con nobile semplicità», indossando un abito che abbia tutte le peculiarità del fascino antico, che punti a tessuti e trame di fattura ricercata e paziente, sartoriale e non industriale.
Non bisogna quindi sfoggiare un abito della vecchia zia o della nonna per essere vintage. Prima l’abito va accuratamente adeguato al tipo di sposa, puntando anche alle evoluzioni che la moda propone. Una sposa vintage può optare per vari stili. Tra i più comuni quello anni ’20, casto, incollato, con gonne a sottoveste e ricamate di perline scintillanti; quello anni ’50, con abiti corti e gonne ampie e a campana, oppure il più ambito, il vintage anni ’70, con abiti in pizzo, gonne scivolate, ricamati con fiori o figure geometriche, quindi boho chic.
Riguardo ai colori, per questa stagione spiccano, oltre al bianco ottico e bianco panna, il beige, il rosa cipria e qualche nuance di colori pastello.
Il trionfo degli accessori è ciò che serve per creare una sposa vintage perfetta. Via libera ai gioielli di famiglia, a orecchini con cammei, lunghe collane di perle, collarini in velluto, spille preziose e vistose. I gioielli sono i veri alleati delle donne e una sposa deve indossare quelli giusti e più adatti al suo stile.
Nel 2019 tornano le mantelle, le frange e le piume; gli abiti hanno tagli lineari e di grande tendenza sono le maniche lunghe e aderenti, anche d’estate.
La moda è sempre una linea sottile tra passato e futuro, ma solo chi è avvezzo alle evoluzioni del costume può comprendere e scegliere il vintage.