Il Design, idee declinate al futuro, simbolo di un’epoca
Il Design, anello di congiunzione tra ingegneria e arte, tra invenzione e stile, tra produzione e mercato è una disciplina che unisce tecnica e scienza. La parola in inglese vuol dire progetto e progettare, dal latino significa gettare avanti; infatti con il design si ha consapevolezza del presente e s’immagina un futuro dove realizzare le proprie idee.
Le forme del design
Esistono numerose forme :
il web design progetta siti e applicazioni internet,
l’interior design luoghi e spazi,
l’interaction design crea relazioni tra persone e oggetti ,
il graphic design comunicazione e illustrazione.
Il design industriale, che progetta oggetti di consumo, ebbe inizio con Walter Gropius nel 1919 con la volontà di fondere l’artigianato all’arte e, successivamente, si arrivò ai prodotti realizzati industrialmente.
Più in generale, fare design significa avere uno sguardo attento a tutto il complesso mondo che ruota intorno alla realizzazione di un’idea e il designer è il professionista che accompagna l’idea in tutte le sue fasi evolutive, coordina tutte le professionalità necessarie a realizzare un prodotto in serie e commercializzato su larga scala.
Quindi, affinché si possa parlare di design, occorrono ricerche approfondite: sui materiali, sui processi industriali e di produzione, sulle innovazioni tecniche e tecnologiche, sullo stoccaggio, il trasporto, la vendita e sulle interazioni e l’utilizzo con l’utente.
I Must
Spesso, però, la parola design è attribuita a oggetti che se pur belli, moderni e tecnologici non racchiudono tutta questa ricerca e così un oggetto con una soluzione tecnica innovativa o stilisticamente e artisticamente affascinante, potrebbe non essere di design.
La radio cubo Brionvega degli anni ’60, la macchina da scrivere Olivetti, i piccoli elettrodomestici Moulinex, sono solo alcuni dei must del design che pian piano hanno indotto un profondo cambiamento sociologico, agendo sulla cultura di massa.
In arredamento la sedia Superleggera di Giò Ponti, ha segnato la storia del disegno industriale; distaccandosi dalle vecchie sedute ingombranti e massicce.
Allo stesso modo Marcel Breuer con la sedia Wassily, esposta al MoMa di New York e oggetto simbolo di un’era, dona con tubolari in acciaio un senso di leggerezza creando una poltrona minimale, stilisticamente e concettualmente accattivante.
Mentre la snella eleganza della poltrona Egg, (Jacobsen 1958) con i suoi materiali, colori e forme stravolge completamente il concetto di poltrona, proiettandosi in un futuro dai connotati spaziali.
Per non parlare poi della lampada Eclisse, di Vico Magistretti per Artemide, che, in sintonia con i progressi spaziali, crea un vero e proprio occhio puntato verso l’universo.
O la rivoluzionaria Anglepoise Lamp, (George Carwardine, 1932) innovativa per la tecnica di allora perché proietta la luce in direzioni specifiche, ruotando a 360°.
Ma chi non conosce la caffettiera Moka di Alfonso Bialetti che, nel 1933 con la sua forma ottagonale interamente in di lega di alluminio, rivoluzionò il modo di preparare il caffè. Un oggetto che da più di 80 anni fa parte della nostra tradizione culturale e sociale e che è divenuto anche simbolo dell’Italia nel mondo.
Tutti questi oggetti hanno in comune la consapevolezza del prodotto, perché fare design è fare qualcosa di buono da mettere a disposizione del mercato, al punto da distaccarsi dalla loro funzione pratica per assurgere a simbolo di un’epoca.
Fare design è un processo decisamente articolato e complesso che comincia con la generazione di un’idea (concept design), lo studio della storia dell’oggetto stesso, della sua evoluzione tecnica e commerciale e di tutte quelle attività necessarie a realizzare oggetti destinati a rimanere nella storia perché stilisticamente e concettualmente innovativi.