Pandemia, nozze e crisi economica. I gestori delle sale di intrattenimento scrivono al Presidente Musumeci
La pandemia e la crisi economica hanno messo in ginocchio alcuni comparti più di altri. Tra questi il comparto delle nozze: la wedding industry occupa in tutto il Paese migliaia di lavoratori, autonomi e dipendenti.
Nei giorni scorsi s’è costituito in provincia di Trapani un comitato dei gestori delle sale di intrattenimento e della ristorazione collettiva che in una lettera, inviata al Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, sottolinea come la crisi del comparto non sia stata adeguatamente affrontata dalle istituzioni, nazionali e regionali.
In particolare i gestori puntano i riflettori sulla insufficienza dei ristori che, non solo non sono stati proporzionali ai fatturati, ma in molti casi hanno completamente dimenticato alcuni codici Ateco (i codici assegnati dall’ISTAT per le professioni e i mestieri).
Una profonda e inaccettabile sottovalutazione del fondamentale indotto che la filiera della wedding industry rappresenta per l’economia e per quella siciliana in particolare.
Gli operatori del comparto chiedono a Musumeci misure che diano alla categoria, e ai potenziali clienti, le coppie che devono sposarsi, certezze per poter programmare l’immediato futuro, già a partire dal prossimo mese di aprile.
I gestori delle sale di trattenimento hanno chiesto nella lettera un tavolo di confronto con gli organi competenti per scongiurare il collasso del settore fermo ormai da 12 mesi. Di seguito il testo della lettera indirizzata al Presidente Musumeci.
«L’anno 2020 ed i primi mesi del 2021, per cause che noi tutti conosciamo, sono stati disastrosi per tutta l’economia nazionale e mondiale, ma in modo particolare per il comparto sale trattenimenti in cui la stagione è cominciata a luglio inoltrato e si è interrotta bruscamente il 13/10/2020, data in cui il governo ha introdotto un limite di 35 invitati per feste di matrimonio con successivo divieto di svolgere ogni qualsiasi tipo di festa a partire dalla fine di ottobre dello scorso anno.
Senza volere entrare nel merito dei ristori erogati dal Governo centrale e dalla Regione siciliana, senza nessuna vena polemica ci limitiamo semplicemente ad osservare la loro insufficienza.
Ancora oggi a circa 2 mesi dall’inizio della stagione 2021 ci troviamo nella più assoluta mancanza di certezze con la impossibilità di programmare anche nel breve periodo.
È chiaro che l’evento di un matrimonio da parte dei futuri sposi, richiede tutta una serie di incombenze di tipo organizzativo e di tempo che porterà al fatidico giorno e che di conseguenza non è un evento che può essere programma pochi giorni prima.
Ragion per cui la nostra categoria chiede l’apertura di un tavolo di confronto con gli organi competenti per tentare di dare risposte ai nostri clienti.
La prima problematica che, a nostro avviso va affrontata è quella del numero di persone che potranno partecipare all’evento.
Ci sembra doveroso far notare che ormai i futuri sposi hanno la consapevolezza che il tutto dovrà svolgersi nel pieno rispetto delle norme anticovid , mascherine comprese, motivo per il quale tante coppie avevano deciso di differire il loro matrimonio dal 2020 al 2021, ma che naturalmente non sono disposte a rinviarlo ulteriormente al 2022.
Ci viene molto difficile comprendere come al momento attuale, collocati in zona arancione e sperando di passare a zona gialla, i ristoranti a pranzo possano rimanere aperti, mettendo al suo interno persone in base alla volumetria del locale, al contrario delle sale trattenimenti che dispongono di locali di 400/500 mq che possono ospitare un numero di persone di gran lunga superiore alle 35 unità come disposto dall’ultimo dcpm del 13 ottobre 2020.
Siamo pure disposti a proporre ai futuri sposi, nell’ipotesi che persista ancora il coprifuoco, di spostare le feste dalla cena al pranzo, permettendo in tal modo di poter festeggiare ugualmente l’evento sempre nel rispetto delle normative anticovid come già fatto nella appena trascorsa stagione 2022.
Di conseguenza chiediamo urgentemente l’apertura di un tavolo di confronto con tutti gli organi competenti in modo da definire delle linee guida che ci permettano di iniziare la stagione a partire dal prossimo mese di aprile, che in mancanza porterebbe al collasso un comparto già profondamente segnato dalla crisi».