Le nozze ai tempi dell’hashtag. Ora c’è anche il Social Media Wedding Concierge
Una volta per sposarsi ci voleva il consenso dei genitori. Poteva essere pure una cosa complicata da ottenere e quindi capace che c’era bisogno di zie e parrini che convincessero il burbero padre o l’ambiziosa madre. Al limite si faceva di nascosto una bella “fuitina” per mettere tutti davanti al fatto compiuto e forzare gli eventi. Ora le cose sono diverse. Il consenso deve essere pubblico e generale: per esser certi che la nostra esistenza, il nostro passaggio, le nostre scelte, siano accolte e notate abbiamo bisogno di più “like” e il matrimonio diventa una questione social! Ma che dico questione, una storia!
Appena conosci uno puoi cominciare la tua storia on line con tanti cuoricini e cambi la tua “situazione sentimentale”: da “single” passi a “in una relazione”. Ora, sta relazione, può essere “complicata” e passa un bello pezzo prima che tu possa diventare “impegnata” oppure è una relazione senza definizioni altre e, tempo di ricevere una trentina di like, ti fai zita.
Dopo l’acchianata, anche questa comprovata da selfie e foto da inserire nella tua storia, puoi mettere on line il tuo “save the date” e semu lesti: si potrebbe pure fare a meno delle pubblicazioni in comune ed in parrocchia, picchì se c’è qualcuno che ti deve mettere in guardia o ha qualcosa da confessarti prima che tu convoli a giuste nozze, lo capisci dai like e dai commenti alla tua storia. È a questo punto che entra in scena la figura professionale del Social Media Wedding Concierge. Mariiiia! Mi cunfunnivi magari a scriverlo!
Gli ziti ci sono, la funzione è organizzata, gli invitati sono stati invitati, la location è stata individuata, il catering stabilito, il fotografo ingaggiato, come pure il dj ed i saltimbanco, u fiorista fice u sopralluogo, ma mancava il social media wedding concierge! Di cosa si occupa, nello specifico, questo professionista? Il giorno più bello, la vostra storia d’amore, l’evento, acquisisce, tramite il Wedding Concierge, una dimensione mondiale: tutta le reti social parteciperanno alla vostra storia, tutti vedranno le vostre foto e i vostri filmati di prima, durante e dopo.
Basta che riusciate a individuare un hashtag originale che colleghi il resto del mondo a voi e quella sarà la parola d’ordine per partecipare, non invitato, a tutta la cerimonia, che dico tutta la cerimonia: volendo si possono inserire nella storia del vostro matrimonio immagini e filmati di quannu eravu ziti, di quando siete stati in luna di miele, della prima sciarra, del parto, della prima comunione di vostro figlio, della sua laurea e capace che tra foto e filmati riusciate pure a rintracciare le prove per l’eventuale divorzio per colpa!
Lungi da noi ridicolizzare la maratona del progresso e meno che mai nel campo della comunicazione, non intendiamo neanche prendere sottogamba l’intimo voyeurismo di quanti digiterebbero l’hashtag e, per quanto con sgomento, conveniamo che esiste questo nuovo modo di fare piccioli grazie ai like che ha fatto la fortuna e la notorietà di tanti relativamente competenti o relativamente attraenti – il Ferragnez wedding ce lo insegna – il nostro dilemma è un altro e forse più esistenziale: ma perché? Come mai? Quannu fu? Ma niatri vero dicemu?