Nozze di gusto
Anche di pere e formaggio, fichi e salame, pane e cioccolata si dice che si sposano bene!
Perché un matrimonio sia buono occorre, infatti, che gli ingredienti di base, anche se diversi fra loro, si uniscano dando vita ad un nuovo gusto.
Ma di regole per questo oggi non ce ne sono. Vogliamo considerare come dato di fatto che le nostre coppie siano ben assortite, che si compensino tollerando i difetti l’una dell’altro come Carlo ed Alice, che si desiderino sempre come Diabolik ed Eva Kant, che vengano l’uno in soccorso dell’altra come Topolino e Minnie e che non desistano davanti alle ostilità dei rispettivi entourages come Marta e Lupo Alberto!
Bon Ton, Galateo ed Etichetta sono insiemi di regole che intendono semplicemente essere un ausilio al vivere sociale.
Ogni convenzione o codice ha la precisa funzione di consentire a ciascuno di noi di non urtare la sensibilità altrui. Altra cosa sono i Cerimoniali che riguardano gli eventi pubblici ed ufficiali o la vita di corte: dubito che la stessa Elisabetta II possa sentirsi urtata, oggi, dalla sequenza non perfettamente allineata dei candelabri sulla tavola imbandita, ma ogni particolare dei cerimoniali di corte sottolinea quella differenza di ceto e di tradizione che, di fatto, la diffusione della cultura dovrebbe aver annullato.
Si, perché tutte queste regole sono state codificate in epoca rinascimentale quando finalmente anche il ceto medio poteva vantare “buoni” matrimoni e desiderava adeguarsi ad uno stile che fino ad allora era prerogativa dell’aristocrazia.
La diffusione della cultura, più che del benessere, ha appianato le diversità nei modi di affrontare anche eventi festosi come il matrimonio.
Certe sottili differenze si percepiscono ancora nella scelta delle mises degli invitati, nelle acconciature troppo elaborate, in colori e tagli poco adeguati al luogo ed all’ora del ricevimento. Scivoloni che proveremo ad evitare insieme modellando le regole codificate secoli orsono, ad una società in continua evoluzione, privilegiando il buon gusto piuttosto che l’etichetta.
Una volta fissata la data, i primi confronti saranno sulla lista degli invitati. Confronti che il più delle volte sono vere e proprie discussioni che investono le due famiglie, separatamente prima ed in comune disaccordo poi.
Il numero degli invitati non è solo una questione di capacità economica è qualcosa di più profondo che darà al ricevimento il suo tono specifico.
I due fidanzati potrebbero desiderare festeggiare con i propri coetanei tra amici e parenti, potrebbero anche desiderare che ci sia una vecchia e cara zia, ma il più delle volte sono ostili nei confronti di tutte le aggiunte che le due coppie di suoceri appongono alla loro lista.
Il ricevimento di un matrimonio con un numero limitato di ospiti risulterà più intimo ed autentico di uno con un numero particolarmente elevato di partecipanti, ciò non toglie che la giovane coppia possa essere anche in grado di affrontare metà popolazione con vera gioia e comunione.
Insomma anche questo aspetto va modellato sulle reali capacità comunicative dei due protagonisti perché tutto fili liscio come l’olio.