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Contrastare la violenza sulle donne e sui minori

Che giuristi e parlamentari, nel 2019, si siano dati pena per costruire una legge sulla violenza sulle donne e che tuteli anche chi venisse obbligato a sposarsi, sembra essere fuori tempo in un paese libero e progredito.

D’altro canto una legge e un provvedimento penale per questo reato sarebbe assolutamente impensabile in un paese in cui i costumi prevedono che il matrimonio tra due giovani sia organizzato e deciso dai rispettivi genitori. Fatto sta che il codice rosso, passato come legge ad agosto 2019, considera tra le violenze subite, perseguibili e punite anche l’induzione al matrimonio.

Con la locuzione “codice rosso” ci si riferisce in modo più corrente e diffuso alla legge del 9 agosto 2019 n.69 che ha introdotto modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.

Con il codice rosso acquisisce un maggior grado di punibilità la violazione del divieto d’allontanamento dalla persona offesa.

Questo provvedimento tutela coloro che già vittime di violenza o stalking abbiano ottenuto un ordine restrittivo nei confronti della persona che ha perpetrato nei loro confronti l’una o l’altra. La stessa legge, introduce il reato d’induzione al matrimonio.

Ma come si induce un matrimonio?

Agli occhi di un contemporaneo ed emancipato cittadino può sembrare inconcepibile la sola idea ma sul territorio nazionale risultano, dalle denunce e dalle segnalazioni, in media 150 casi l’anno in cui questo reato viene commesso ai danni di qualcuno e questo è solo quel che viene dichiarato.

Principalmente le denunce riguardano i figli di stranieri nati e cresciuti in Italia che non riescono per ovvi motivi a sottostare alle consuetudini culturali di un paese cui non appartengono più. In alcuni paesi in Africa o in Asia, infatti, è norma che i genitori promettano in matrimonio la propria figlia ancora minorenne ai genitori di un bambino o peggio ad un uomo già fatto, ricevendone in cambio del danaro.

La legge n.69 interviene, così, a difendere chiunque sul territorio nazionale venga in qualche modo costretto a sposarsi, ma non dimentica di tutelare gli italiani che fossero obbligati a contrarre matrimonio o unione civile su territori stranieri.

Quello di cui abbiamo fin qui parlato, però, sembra riguardare solo culture distanti dalla nostra, quando invece capita più spesso di quanto si pensi che le pressioni, i desideri o le ambizioni di una famiglia facciano sentire una giovane donna o un giovane uomo in obbligo di sposarsi.

Obbligare una ragazza incinta a sposarsi, così come un ragazzo, definiamolo così “poco accorto”, a sposare nel bene e nel male finché morte non li separi, la ragazza che ha momentaneamente placato i suoi bollenti spiriti, è reato.
È una vera violenza sulle donne e sugli uomini, che turberà ogni progresso sulla linea della sua storia di un giovane, segnerà per sempre ogni altra scelta futura, marchierà la sua esistenza che prenderà un indirizzo che non è il suo.

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