Sentimenti ai tempi del web. Due generazioni a confronto
Sentimenti ai tempi del web, come sono cambiati, se sono cambiati? Come ci si corteggia on line, come si cerca e come si trova l’anima gemella? Domande che Nozze in Città ha posto all’interno della sua redazione.
Ma, soprattutto, ci siamo chiesti se i sentimenti ai tempi del web avessero una connotazione “anagrafica”; se cioè le nuove opportunità comunicative della rete fossero accolte in maniera diversa, una sorta di “pro” e “contro”, in funzione dell’età, dell’esperienza, del vissuto di ciascuno e di ciascuna.
E così la domanda l’abbiamo girata, chiedendo esplicita risposta negli articoli che leggerete di seguito, a due nostre redattrici che per sagacia e ironia non hanno rivali: Francesca “Nera” Adragna e Martina Emanuela Palermo.
Due generazioni a confronto con l’opportunità che può offrire, per esempio, una piattaforma come Tinder, partendo dal presupposto che non può essere solo sesso: ecco perché i sentimenti ai tempi del web.
L’amore social da “grandi” (parte 1)
Quando sei single da “grandicella”, le occasioni per incontrare qualcuno non sono meno di quelle che capitavano quando eri giovanotta/o.
Magari esci meno di quanto facessi prima, ma le occasioni ci sarebbero e ci sono. La vera difficoltà nell’incontrare qualcuno, che sia interessante o che provi per te interesse, è dovuta al fatto che i grandicelli sono più scafati: magari non sanno ancora cosa vogliono, ma sanno sicuramente quello che non vogliono.
E poi crescendo si cambia e le cose possono sembrare più complicate. Cambiano le aspettative, le esigenze e il modo di relazionarsi. Si aprono nuovi locali in cui non si è più a proprio agio come nei locali che si frequentava da ragazzi, si aprono nuovi spazi in cui incontrare gente, s’è aperta anche la rete, quel web che offre luoghi d’incontro virtuali.
Come sono i sentimenti ai tempi del web. E come sono questi luoghi virtuali. Si domanda una “grandicella” che non è nativa digitale. Letteralmente: è virtuale ciò che non è reale. E se non è reale la piazza, se non è reale il luogo d’incontro, sarà reale l’incontro? Insomma la “grandicella”, single scafata, ormai scettica in fatto di relazioni intime, come si approccia all’incontro virtuale?
La piattaforma più gettonata da noi boomers, come ci definiscono i nostri figli, resta quel Facebook al quale siamo approdati proprio grazie a loro che ci bazzicavano sereni quando per noi era praticamente il figlio del demonio.
Su FB abbiamo riallacciato rapporti con i vecchi compagni di scuola, ritrovato cugini emigrati, commilitoni, colleghi trasferiti. Abbiamo imparato a gestire questa nuova forma di comunicazione che, tra le altre cose, pare conoscerti meglio di come ti conosci tu e tra una foto e l’altra t’inserisce pubblicità d’ogni tipo e se tu sei single o felicemente coniugata se ne accorge dalle fesserie che scrivi!
Tadàn! Ecco che ti compaiono sulla home page inviti ad iscriverti a tutte le piattaforme d’incontro disseminate per il pianeta, dove potresti recuperare un’anima gemella: quella non s’era ancora palesata perché appunto era dall’altra parte del pianeta, o una a comegghiè, p’accummurare, o, come dice qualcuno, “accussì, p’acchianare e scinnere d’incampagna”.
Le piazze virtuali sono tantissime. Loro, gli operatori del virtuale, le maîtresse, i ruffiani, sanno pure quanti anni hai e ti propongono tutte le varianti possibili, cercando d’individuare il tuo partner ideale accompagnando gli slogan a fotografie di prestanti modelli.
“50enni nelle tue zone”… aspè ma di che zone stiamo parlando? E ‘sto 50enne pare un 12 enne, oppure ti appare fiero e sorridente un cinquantenne che se non ha la dentiera nuova di zecca, sta nascondendo un putiferio d’avorio annerito dietro apposita faccetta dentale.
“Professionisti affidabili” sono gli stessi modelli di prima, ma gli hanno piazzato una 24h in una mano e sull’altro polso sfoggiano un Rolex, qualcuno è tignuso, giusto per fare capire che travaglia serio e che non è un pischello.
“Uomini alla tua altezza…” no, guarda, alla mia altezza manco faccio scorrere la barra con le foto! Proponimeli decisamente più alti che poi, per arrivarci, mi organizzo io!
“Single cattolici”… a single cattolici ammutolisci, resti frastornata, perché ti viene il dubbio che possa trattarsi di persone la cui affidabilità è stata indagata e certificata, ma poi ti domandi secondo quale criterio e ti ricordi che: vero è che sei single, vero è che certe volte ti piacerebbe avere qualcuno che ti dimostri il suo amore incondizionato, ma in realtà non lo stavi cercando o, se lo stavi cercando, probabilmente non è il caso di trovarlo su ebay!
di Chicca Adragna (classe 69)
Match su Tinder (parte 2)
C’erano una volta, nella stessa piccola città, un uomo e una donna che si erano cercati a lungo e senza saperlo. Lui era un tipo tranquillo e mediamente piacente, amava andare in palestra, commentava il giornale ogni giorno, guardava serie tv esilaranti, suonava il basso e faceva di professione l’architetto. Aveva un’ottima conoscenza dell’inglese; adorava gli animali ma non ne aveva. Aveva 33 anni ed era single dopo una fallita relazione duratane 5.
Lei era piuttosto affascinante e divertente, odiava leggere i giornali ma adorava ascoltare i commenti su questo o quel fatto. Ogni mattina si svegliava presto per fare un’ora di corsa, guardava serie tv umoristiche, amava cantare e aveva un debole per il basso (strumento musicale) e forse anche per i bassisti… Aveva un cane e di professione faceva la traduttrice. Aveva 35 anni ed era single da tempo, talmente tanto che si era convinta di star bene da sola.
Possibile che questi due, così perfettamente bilanciati, non si erano mai incontrati? Se non ci fosse stato quel fatidico match su Tinder, sarebbero andate diversamente le cose? Forse non sarebbero divenuti marito e moglie o magari (prospettiva ancora più triste) si sarebbero passati accanto senza sapere niente l’uno dell’altro.
La storia di Federico e Anna, è simile a quella di quel 67,4% di italiani che si imbattono per gioco o per curiosità su Tinder o Grindr (per la comunità gay). Quasi tutti gli utenti hanno sperimentato: una fase “categorica”, caratterizzata dalla frase imperativa “Non sono interessata a questa app!”; una fase “remissiva”, quella del “Dici che dovrei tentare anch’io?”; una fase “accondiscendente”, che è quella del “Va beh… ci provo!”.
Capiamoci: Tinder non nasce per compiacere le esigenze sessuali degli amanti! Non è solo una vetrina di sponsorizzazione degli utenti; né è un sito di incontri con cui (per dirla in siciliano) si “quagghia di sicuro”.
Allora a che serve? È utile a ridurre le distanze, a spingersi oltre quel confine che l’occhio non coglie, a sentirsi parte di un microcosmo abitato da single in cerca dell’anima gemella.
Tinder propone (sulla base di un algoritmo), una serie di potenziali partner con i quali è possibile chattare ed eventualmente incontrarsi. L’algoritmo funge da facilitatore nella ricerca. Su Tinder si parla, come su qualsiasi altra piattaforma informatica, solo che la discussione parte dalla reciproca volontà degli utenti d’interagire.
È la regola del “match” cioè: se due persone si mettono Like a vicenda, si accede alla fase successiva che è quella del dialogo. Vi pare assurdo? Eppure, quanto sarebbero più semplici se non ci fosse un corteggiato e un corteggiatore ma solo due persone interessate l’una all’altra. Tinder non vi garantisce di trascorrere una nottata in compagnia (ci sono incontri che si rivelano un totale disastro! Questo va detto…) né vi assicura di trovare l’amore eterno.
Vi capiterà di incappare in foto “acchiappa match”, in altre che vi conquisteranno per la loro stravaganza e alcune che vorreste solo dimenticare… Potreste leggere BIO assolutamente esilaranti e trash: “Sono peggio dal vivo”; “Cerco un bacio, abbraccio. Per colmare una solitudine. Poi si vedrà… uomo con pancia”; “Non sopporto le tapparelle, l’abbreviazione EVO, quelli che chiedono del cotto e del crudo senza usare prima il sostantivo prosciutto…”; “Se avete lo smalto multicolore sulle unghie non sono interessato…”; “Se sono qui con un contatto easy è perché voglio evitarvi mia madre come suocera. Ringraziatemi!”.
Su Tinder potreste incontrare amici, amanti, fugaci flirt oppure futuri mariti e mogli… in ogni profilo potrebbe aggirarsi la vostra felicità e allora, forse, vale la pena tentare.
di Martina Palermo (classe 91)