La Chiesa di Sant’Antonio Abate. Sposarsi ad Erice
La Chiesa di Sant’Antonio Abate fa parte delle tantissime chiese dell’antica città di Erice. Cosa che desta spesso stupore nel turista che oggi si aggira tra i vicoli e i monumenti non riuscendo ad individuare attorno a se’ se non altri turisti. Non ci si capacita, oggi, di come un numero così cospicuo di chiese, molte delle quali ancora aperte al culto, possa coniugarsi con una popolazione così limitata. Intanto la città, fondata dai fenici e dagli elimi, era ancora popolosissima alla fine del ‘700. Dentro le mura ciclopiche c’erano 15 monasteri e 46 chiese oltre quelle rurali disseminate sulle pendici. Tutte queste chiese facevano capo alla chiesa Madre, la Madrice, nota anche come Real Duomo, ma si suddividevano, per pertinenza, in quattro differenti parrocchie, oltre alla Madrice, appunto, San Giuliano, San Martino e Sant’Antonio Abate.
Lo spopolamento della città ha comportato nel tempo che anche i parroci diminuissero notevolmente; così molte di queste chiese restano chiuse per gran parte dell’anno e vengono aperte solo in estate, quando la popolazione aumenta grazie al turismo. Gli storici Vincenzo e Giuseppe Scuderi, in un loro libello intitolato “Le chiese di Erice, note storico artistiche” pubblicato nel 1994, auspicavano che “… per le chiese di Erice, la società di oggi possa conservarne e recuperarne tutte quelle funzioni che valgano a salvaguardarne se non le destinazioni originarie almeno forme, valori, colori e sapori che ricevettero dai nostri predecessori, committenti, artisti, artigiani e fedeli …”
Sposarsi ad Erice – Chiesa Sant’Antonio Abate
Don Piero Messana, profondo conoscitore della storia dell’arte e dell’arte sacra in particolare, ha colto quest’invito ed è riuscito a preservare e recuperare l’immenso patrimonio custodito da queste chiese. A lui si deve il recupero ed il restauro, non solo delle suppellettili ma proprio delle strutture, di molte di queste chiese, non da ultima anche la chiesa di Sant’Antonio Abate, anch’essa ormai riaperta al culto per celebrarvi tutti i sacramenti e quindi i matrimoni.
Come abbiamo già detto Sant’Antonio Abate era la quarta parrocchia della città di Erice. Si tratta dell’unica chiesa costruita fuori dalle antiche mura, come a voler essere un punto di riferimento per quelle famiglie contadine che abitavano il versante orientale della città, per intenderci meglio quello che guarda l’agroericino e quindi Bonagia e Custonaci.
Insieme alla vicina Sant’Orsola, la chiesa di Sant’Antonio Abate fu edificata nel XII secolo sullo stesso costone roccioso in cui sorge il Quartiere Spagnolo.
Il primo impianto era molto semplice ad un’unica navata e caratterizzato da un arco ogivale sormontato da un campanile a vela. Fu poi ingrandita dopo il 1541: vi furono aggiunte due colonne in stile toscano al limite di una seconda navata.
Su uno dei piedritti dell’arco fu rinvenuto un prezioso affresco bizantino che, prelevato, fu restaurato ed è oggi conservato presso il museo Pepoli di Trapani.
Sotto al Cappellone era stato posto un crocifisso ligneo che nel 1690 fu sostituito dalla statua di Sant’Antonio, anch’essa lignea ed attribuita allo scultore trapanese Pietro Orlando.
Era arricchita da quattro altari che custodivano altri dipinti e statue lignee. Ciò che rende Sant’Antonio Abate assai suggestiva è, comunque, la sua semplicità che sembra invitare alla meditazione, anche grazie alla invidiabile posizione panoramica col sagrato aperto sul verde e sul golfo di Cornino.